TravellinGuitar

Indice contenuti

Introduzione

L’idea che suonare – o ascoltare – la chitarra acustica sia intraprendere un viaggio, oltre che una metafora suggestiva, è una sorta di percorso obbligato, connaturato allo strumento stesso.

La chitarra è uno “strumento viaggiante” per eccellenza: trasportabile, adattabile, trasformista, è diffusa ormai in tutto il mondo, in forme e modi differenti, interprete volta per volta sia di tendenze globali, che di declinazioni locali.

È quindi uno strumento che, a pieno titolo, potremmo definire “glocale”.

Se per altri strumenti l’adattamento (ai tempi, agli stili, ai luoghi…) è spesso una necessità, per la chitarra sembra essere una vera e propria vocazione.

Così l’identità cangiante da debolezza si fa forza, motivo di fascino, cifra caratteristica dello strumento.

Ed ecco perché la travellinguitar, la “chitarra viaggiante”, richiede un travel (più d’uno, ad essere sinceri…) e un traveller, un individuo che sia disposto a mettersi in cammino, in moto, in gioco.

Ed ecco il perché di una guida – una sorta di “mediatore musicale”, di narratore, se si vuole — che vi conduca nel viaggio, tra musiche e parole… Che siate ascoltatori, musicisti o allievi, vi invito quindi a partire con me!

CD “LONGITUDE” — an acoustic trip from West to East

«La chitarra è uno strumento cangiante, mutevole, trasformista: più la si vuole bloccare, definendola univocamente, più essa sembra sfuggire, pronta a nuove metamorfosi…

Quale strumento migliore, quindi, per intraprendere il viaggio nell’immensa varietà dei linguaggi musicali del mondo?

Lasciando alle spalle il suono monotono e onnipresente della musica omologata, cominciamo a muoverci in un tragitto longitudinale ideale, a scoprire varietà e differenze, ma anche continui intrecci e rimandi tra Oriente e Occidente».

[Prefazione al CD “Longitude”, 2014]

Seguendo la filosofia del Progetto TravellinGuitar, di cui il CD fa parte, il disco propone un viaggio musicale attraverso la varietà di stili, linguaggi e tecniche delle chitarre acustiche: dalla musica irlandese a quella americana, dal repertorio ebraico a quello zingaro, dai brani balcanici a quelli italici…

Il tutto raccontato dai suoni di una chitarra solista — due diverse chitarre acustiche, in realtà: una magnifica Guild degli anni Sessanta, e una ‘chitarra manouche’ di liuteria francese.

Il disco, ormai esaurito in copia materiale, è disponibile all’ascolto su SoundCloud.

Qui di seguito la tracklist:

– “Longitude” —

An acoustic trip from West to East

Guitar is a changeable and tranforming instrument: the more you try to stop it, by defining it distinctly, the more it seems to escape, ready to new metamorphosis…

Which more suitable instrument, therefore, to take a journey in the immense variety of musical languages of the World?

Leaving the flat and pervasive sound of conformed music behind us, we can move along an ideal longitudinal route, to discover multiplicity and differences, but also a continuous interlacing and linking between East and West.

[La chitarra è uno strumento cangiante, mutevole, trasformista: più la si vuole bloccare, definendola univocamente, più essa sembra sfuggire, pronta a nuove metamorfosi…

Quale strumento migliore, quindi, per intraprendere il viaggio nell’immensa varietà dei linguaggi musicali del mondo?

Lasciando alle spalle il suono monotono e onnipresente della musica omologata, cominciamo a muoverci in un tragitto longitudinale ideale, a scoprire varietà e differenze, ma anche continui intrecci e rimandi tra Oriente e Occidente.]

Instruments: [Strumenti]

Steel stringed dreadnough (Guild D-50, USA, early ’60)

Gypsy guitar (Pierre Fontaine Luthier, Paris, early ’80)

Tracks: [Tracce]

1- American Marches [Marce americane]

Coleman’s March / Bonaparte’s Retreat

American old-time music, march set – steel stringed guitar solo

{flatpicking, dropped D tuning, capo IV}

A set made of two marches, a form of traditional American music, linked to Irish and British heritage. As in the previous and in the following medley, the tunes are originally for fiddle, played with extensive use of specific popular techniques, very far from the classical performing — open tunings, dense ornamentation, off-the-beat bow strokes, drone strings… Guitar inherits part of these elements, and hand them over flatpicking.

[Un set di due march, forma di musica tradizionale nordamericana legata all’eredità irlandese e britannica. Come nel medley precedente e seguente, i brani sono originariamente dei fiddle tunes, cioè dei brani eseguiti tradizionalmente dal violino, con un ampio uso di tecniche popolari originali, molto lontane dalla prassi classica dello strumento — accordature aperte, ornamentazione fitta, colpi d’arco in levare, corde di bordone… La chitarra raccoglie parte di questa eredità, e la trasferisce nel flatpicking, la tecnica a plettro dello strumento acustico americano.]

Clip “American Marches”

2- Irish dances [Danze irlandesi]

Swinging on the gate / Cooley’s reel

Irish reels medley – steel stringed guitar solo

{fingerstyle, DGDGBE tuning, capo VI}

Reel is the more diffused and loved form in Irish tradition, but also in Scottish, Welsh, English ones, and extended to U.S., Canada and Australia: born as a dance, nowadays it is considered a listening genre. In addition to the backup role in the reels, the acoustic guitar developed a parallel tradition, made of fingerstyle arrangements for solo guitar, which this medley is ideally inspired by.

[Il reel è la forma strumentale forse più diffusa e amata nella tradizione irlandese, ma anche scozzese, gallese, inglese, e per estensione in quella americana e australiana: nato come forma da danza, è ormai considerato genere di ascolto. Accanto al ruolo di accompagnamento nei reels, la chitarra acustica ha sviluppato fin dagli anni Settanta una tradizione parallela, fatta di trascrizioni in fingerstyle per chitarra sola, a cui questo medley idealmente si collega.]

Clip “Irish Dances”

3- Old-time songs [Canzoni “old-time”]

Cluck old hen/ The cukoo

Old-time American songs – steel stringed guitar solo

{flatpicking, dropped D tuning, capo II}

Two classic songs of the old-time repertoire, the most traditional music of rural America, deeply tied to European roots, and grown up in the Appalachian Mountains — in the South-East of United States. That place is an original melting pot of the old heritage of Europe and the new local culture, subtly influenced by Afro-American blues tradition.

Real standard tunes in old-time and bluegrass sessions, the songs are played here as an instrumental version.

[Due canzoni classiche dell’old-time americano, la musica più tradizionale dell’America rurale, legata fortemente alle radici europee, originatasi nella zona dei Monti Appalachi – nel Sudest degli Stati Uniti. Qui si fondono in una sintesi originale l’eredità europea e la nuova cultura locale, sottilmente influenzate dalla tradizione afro-americana del blues.

Veri e propri brani standard delle sessions di musica old-time e bluegrass, qui vengono proposti in versione strumentale.]

Clip “Old-time songs”

4- Jewish Dance [Danza ebraica]

Yonkele

Klezmer music – gypsy guitars

{fingerstyle + flatstyle, standard tuning, capo III}

A well-known tune of klezmer tradition, the Jewish music born in East Europe villages, but bloomed and recorded particularly in United States, thanks to oriental Jew immigrants.

The tune is a freylekh, a dance form for functions and weddings, and it is called by many titles, as it is diffused in a large area form Poland to Ucraine.

The musical mode uses a typical scale, documented in the whole Oriental music.

[Un brano molto noto della tradizione klezmer, la musica ebraica nata nei villaggi dell’Est Europa, ma fiorita e registrata particolarmente negli Stati Uniti, ad opera degli ebrei orientali immigrati.

Si tratta di un freylekh, forma da danza legata alla festa e al matrimonio, ed è conosciuto con molti titoli, essendo diffuso in un ampio territorio dalla Polonia all’Ucraina.

Il modo utilizzato fa riferimento ad una scala caratteristica, presente in tutta la musica orientale.]

Clip “Jewish Dance”

5- Gypsy tune [Brano zingaro]

Hora

Romanian Gypsy music – gypsy guitars

{flatstyle + pompe manouche, standard tuning, no capo}

A guitar version of an Eastern Romanian hora, typical instrumental form by lautari, the gypsy musicians of the region. The traditional combination of fiddle and cymbalom is given here by two gypsy guitars, which lead the oriental gypsy mood toward a manouche swing sound.

[Una versione chitarristica di una hora della Romania orientale, tipica forma strumentale dei lautari, i musicisti zingari della regione. La combinazione tradizionale di violino e cymbalom viene resa qui da due chitarre gypsy, che conducono la suggestione tzigana orientale verso le sonorità del swing manouche.]

Clip “Gypsy Tune”

6- Turkish dance [Danza turca]

Hicaz Oyunhavası

Traditional Anatolian dance – gypsy guitar solo

{flatstyle, quartal tuning, capo III}

An Anatolian tune in the typical aksak rhythm, litteraly “limp”, in 7/8 odd meter, here divided in 2+2+3 beats. This rhythm, particularly diffused in Turkish Black Sea coast, is proper to popular dances — from here the term oyunhavası, which means “dance tune”; the word hicaz, on the other hand, refers to the musical mode, all-Oriental, shared by Turkish, Greek, Arabian, Persian, Jewish, Gypsy music…

[Un brano anatolico in un tipico ritmo aksak, letteralmente “zoppo”, in 7/8, qui diviso in gruppi di 2+2+3 impulsi. Questo ritmo, diffuso particolarmente lungo la costa turca del Mar Nero, è caratteristico delle danze popolari, cui fa infatti riferimento il termine oyunhavası; l’espressione hicaz, invece, indica il modo musicale, dalla sonorità tipicamente orientale, comune alla musica turca, greca, araba, persiana, ebraica, tzigana…]

Clip “Turkish Dance”

7- Greek song [Canzone greca]

Miserlou

Oriental music – gypsy guitar solo

{flatstyle, standard tuning, no capo}

This is an actual “wandering” tune: probably originate from Sepharidic Jews, this traditional melody arrived in Ottoman Empire after the Spanish Jews diaspora. Nowadays it is possible to find it, in respective languages and with proper variations, in Greece and the Balkans, in Turkey and in the Caucasus… Brought to global fame by an American (but of Armenian origin…) electric guitarist, exponent of the Sixties surf-rock, this tune was subject to several covers as many remix.

[Un brano che potremmo definire a pieno titolo “errante”: di probabile origine ebraica sefardita, questa melodia tradizionale è arrivata nei territori dell’Impero Ottomano a seguito della diaspora degli ebrei di Spagna. Oggi la si trova quindi, nelle rispettive lingue e con le dovute variazioni, in Grecia e nei Balcani, in Turchia e nel Caucaso… Portata a notorietà globale da un chitarrista elettrico americano (ma di origini armene…) del surf-rock anni Sessanta, è stata oggetto di numerose covers e altrettanti remix.]

Clip “Greek Song

8- Bulgarian Dance [Danza bulgara]

Daichovo

Bulgarian music – gypsy guitar solo

{flatstyle, standard tuning, capo VI}

Based on the “bulgarian rhythm” par exellence, the asymmetric 9/8 meter in 2+2+2+3 beats, the daichovo is a traditional dance typical of Bulgarian region of Tracia — a cultural area at the present divided among Bulgary, Greece and Turkey. The version offered here, if on one side is inspired by stringed instruments performing, on the other hand it bears in mind the modal vocal harmony of the Bulgarian tradition.

[Basato sul “ritmo bulgaro” per eccellenza, l’asimmetrico 9/8 diviso in 2+2+2+3, il daichovo è una danza tradizionale tipica della regione bulgara della Tracia — area culturale divisa oggi tra Bulgaria, Grecia e Turchia. La versione qui proposta, se da una parte si ispira alle esecuzioni per strumenti a corde (la lira ad arco gadulka e il liuto a plettro tambura), tiene presenti le armonie vocali modali della tradizione bulgara.]

Clip “Bulgarian Dance”

9- Nordik Dances [Danze nordiche]

Kantele Polkas

Polkas set from Scandinavian Peninsula – steel stringed guitar solo

{fingerstyle & superpicking, standard tuning, capo V}

Born in Central Europe, within one century the polka dance spread over several continental traditions, from Irish to Italian ones, reaching the Scandinavian Peninsula as well.

Here two polka melodies are presented, with a guitar arrangement inspired by performance on  kantele, the Finnish dulcimer.

[Originaria dell’Europa Centrale, nel giro di un secolo la polka si è diffusa in moltissime tradizioni del Continente, da quella Irlandese a quella Italiana, toccando anche la Penisola Scandinava a Nord. Qui vengono infatti proposte due melodie di polka, il cui arrangiamento su chitarra si ispira alle esecuzioni sul kantele, il salterio finlandese.]

Clip “Nordik Dances”

10- English Tune [Melodia inglese]

Greensleves

English folk song – steel stringed guitar solo

{fingerstyle, standard tuning, capo IV}

Early English air, at least five centuries old, it has been subject of many and many variations, versions, quotes, that are part of its history by now. Ideally inserted in this immense tradition, this guitar arrangement plays with some melodic and harmonic elements, recalling more Latin fascinations than Atlantic ones…

[Antica melodia inglese, la cui nascita data almeno cinque secoli, è stata oggetto di numerosissime variazioni, rielaborazioni, citazioni, che fanno ormai parte integrante della sua storia. Inserendosi idealmente in tale immensa tradizione, questa versione per chitarra gioca con alcuni elementi della melodia e dell’armonia, evocando suggestioni meno atlantiche, e decisamente più latine…]

Clip “English Tune”

11- Breton Dances [Danze bretoni]

An dro

Dance medley from Britanny – steel stringed guitar solo

{flatstyle, dropped D, capo IV}

Continental far end of “Celtic area”, Britanny reveals in many ways cultural features related to British Islands more than rest of France. The dance repertoire is traditionally assigned to the pair bagpipe & folk oboe (biniou et bombarde), and consists of musical forms based on “call and response singing” (kan ha diskan), as the an dro tunes are, danced in open circle or line.

[Propaggine continentale dell’area “celtica”, la Bretagna presenta per molti versi dei tratti culturali che la legano alle Isole Britanniche più che al resto della Francia. Il repertorio da danza è legato  tradizionalmente all’accoppiata di cornamusa e oboe popolare (biniou et bombarde), e prevede forme basate sul “canto a risposta” (kan ha diskan), come gli an dro, ballati in cerchio aperto.]

Clip “Brteton Dances”

12- Italian dance [Danza italiana]

Valse de Cogne

Transforming Italian waltz – gypsy guitar solo

{flatstyle, dropped D, no capo}

Another dance from Central Europe, quickly become international, and so interpreted in many local variations. Placed at the end of our journey between West and East, this fun and transforming version of Valse de Cogne, waltz from Cogne (in Aosta Valley, North-West Italy), represents the homecoming: after a long and intense trip, even the closest and familiar things seem to be different, full of new meanings…

[Un’altra danza mitteleuropea, diventata in breve internazionale, e declinata quindi in moltissime varianti locali. Posta alla fine del nostro itinerario tra Occidente e Oriente, questa versione giocosa e mutante della Valse de Cogne, valzer valdostano, vuole simboleggiare il ritorno a casa: dopo un viaggio lungo ed intenso, anche le cose più vicine e familiari appaiono diverse, cariche di nuovi significati…]

Clip “Italian Dance”

Credits [Crediti]

Thanks to:

–           All the good musicians I met in twenty years of studying, performing and teaching traditional music.

–           My friends Claudio Dina, for making me discover American old-time music (tracks 1 & 3)

–           Tullio Rapone and Marc Masselin, who sold me the great instruments I play in the cd.

–           Anna Paola Zavattaro for counseling and supporting me in the last three years.

CONCERTI TravellinGuitar

“Longitude” — An acoustic trip from West to East

Il concerto del disco omonimo (si veda sopra), che presenta dal vivo alcune delle tracce più significative, integrandole con altri brani delle varie tradizioni toccate.

“Acoustic Atlas” — Steel & Nylon Guitar Trips

Il programma prevede l’esplorazione di repertori, stili, tradizioni e tecniche attraverso differenti chitarre acustiche: dalla più classica steel string, usata da un secolo per la maggior parte dei repertori folk, alla gypsy guitar, concepita per il swing manouche di Django Reinhardt; ma anche spaziando nel mondo delle corde di nylon, evocando il mondo orientale con la chitarra fretless, o quello latino con la nylon string…

“Italiká” — Tracce e frammenti delle tradizioni musicali italiane

“Antiquam exquirite matrem” aveva detto l’Oracolo di Apollo di Delo ad Enea, invitandolo a cercare appunto “l’Antica Madre”, la penisola Italiana…

Un invito che noi, da anni impegnati nel confronto con tante culture e musiche del mondo, vogliamo fare nostro. Ci sembra più che mai doveroso, giunti a questo punto della nostra storia.

Ci sembra interessante e appassionante, perché se non sempre facile è indagare altre culture, ancor più difficile è esplorare la propria… Più che mai quando questa è così frammentata, multipla, contraddittoria, come pare essere quella italiana.

Ci aspetta quindi un viaggio alla ricerca delle nostre radici, seguendo le tracce e i frammenti delle tradizioni musicali italiane, grazie all’opera di studiosi e appassionati che se ne sono occupati negli ultimi centocinquant’anni… Ma anche sondando nei nostri ricordi, nella nostra memoria di adulti o di bambini, nelle piccole storie e tradizioni familiari…

L’intento è quello di ricostruire, non certo con la pretesa di completezza, un pezzo di questo complesso e sorprendente mosaico che è la “cultura italiana”. Forse alla ricerca delle “molte italie” che convivono, più o meno pacificamente, sotto lo stesso nome.  

TRAVELLINGUITAR GUIDE — Guida di viaggio nei mondi della chitarra acustica

Dal cuore dello strumento alle sue mille anime: tecniche, stili, repertori del Mondo

Questo libro, come dice il titolo, è una guida di viaggio nei mondi della chitarra acustica: un testo da leggere prima di partire, per programmare e organizzare il proprio itinerario; un vademecum da portarsi dietro, durante le proprie esplorazioni; un libro da riprendere in mano, una volta tornati a casa.

Questo manuale è quindi un metodo, nel senso che vuole essere un mezzo, uno strumento per soddisfare curiosità, stimolare ricerche, consigliare mete, raccontare viaggi.

In quanto guida, questo testo dà molte informazioni, indicazioni e consigli pratici: fornisce elementi e materiali utilizzabili da ciascuno nell’organizzare il proprio, personale viaggio.

L’idea che studiare la chitarra acustica sia intraprendere un viaggio, oltre che una metafora suggestiva, è una sorta di percorso obbligato, connaturato con lo strumento stesso.

La chitarra è uno “strumento viaggiante” per eccellenza: trasportabile, adattabile, trasformista, è diffusa ormai in tutto il mondo, in forme e modi differenti, interprete volta per volta sia di tendenze globali, che di declinazioni locali. È quindi uno strumento che, a pieno titolo, potremmo definire “glocale”.

Se per altri strumenti l’adattamento (ai tempi, agli stili, ai luoghi…) è spesso una necessità, per la chitarra sembra essere una vera e propria vocazione.

Così l’identità cangiante da debolezza si fa forza, motivo di fascino, cifra caratteristica dello strumento.

Ed ecco perché la travellinguitar, la “chitarra viaggiante”, richiede un travel (più d’uno, ad essere sinceri…) e un traveller, un individuo che sia disposto a mettersi in cammino, in moto, in gioco. Ed ecco il perché di una guida di viaggio, e di un cicerone – una sorta di “mediatore musicale”, se si vuole…

L’approccio multistile, l’eclettismo chitarristico, ha un indubbio fascino: varietà, avventura, esotismo. Rivela, inoltre, la sua utilità (direi quasi necessità): adattabilità, flessibilità, vendibilità (c’è anche questo aspetto..!). Presenta, però, i suoi rischi: dispersività, confusione, inconcludenza. Niente paura: queste controindicazioni si possono e si devono evitare!

Questa guida cerca proprio di proporre un approccio eclettico, vario e sfaccettato, pur non rinunciando a fornire alcune sicurezze, alcuni punti da cui partire e cui tornare.

Si tratta di alcuni elementi tecnici, di alcune riflessioni strumentali e musicali, di certe nozioni basilari che, seppure non rigide e definitive, costituiranno il nostro “bagaglio” di partenza, e forse parte del nostro patrimonio al ritorno — sicuramente più ricco e profondo.

Anche questi “strumenti trasversali” dovranno dimostrarsi flessibili, adattabili, elastici: portati con noi, dovranno aiutarci a comporre gradatamente una nostra chitarra, sintesi delle tante chitarre che incontreremo, dei vari approcci che conosceremo.

Questa l’avventura che qui viene proposta.

Avvincente, affascinante, forse… ma anche impegnativa, non rassicurante, a tratti “scomoda”: questo libro non è una raccolta antologica di “musiche del mondo”, né un metodo lineare e progressivo, tantomeno un metodo per chitarristi in enne ore…

È un invito al viaggio, ma non lo sostituisce. E come si dice in lingua Romaní, Latcho drom! — buon viaggio…

[dalla prefazione del metodo TG Guide, in via di pubblicazione]

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